se non dovessero bastare 300 metri e 15 piani di barca, e non dovesse bastare un filippino ogni due teste;
se non bastassero un casinò e una smoking room e tante piscine quanti tavoli da ping pong;
se non dovessero bastare 3 vassoi di cibo a pranzo e a cena un menù che sa di un testo teatrale di Goldoni e alle 16 un buffet e un altro a mezzanotte, ci sarebbe anche la colazione in camera;
se non dovesse essere la 11132, “boujur?”, benissimo, era la 11130, hai sbagliato, riagganci;
se non dovessero bastare 40 minuti di sonno a notte;
se non ci dovessero essere i messicani che suonano nella hall, allora, fantastico, ce li facciamo da noi;
se un preparato costa 6.90 euro e allora pensi che sia meglio comprare l’alcool quando scenderai in grecia, magari in un supermercato; e se poi scopri che non puoi imbarcare alcool sulla nave, ma scopri anche che c’è un duty free sulla nave; e scopri anche, quando ci entri, che l’unica forma di alcool esistente al duty free è distillato, e che non vendono alcun tipo di succo di frutta o diluitore che sia, allora il fegato incomincia a temere; e se il primo giorno finisci a controaux lisco, e il secondo giorno a vodka liscia, allora il terzo sei già ad altre due di vodka liscia, ed il quarto a limoncello, ed il quinto a jack daniels, e però a bere, in stanza, siete solo in 4… ecco, allora, se è così, non sai più cosa vuol dire essere ubriaco;
e se Santorini e Migonos e Atene e Olimpia e Dubrovnik e Venezia e, no, Corfu no.
E se i grattacieli non ci sono, ma è solo perchè è il cielo ad avvicinarsi per guardare un po’ più da vicino le casette bianche di Santorini che hanno quasi voglia di lanciarsi nel mare, in quel sapore di filosofia e letame di mulo.
E se siamo capaci di abbracciarci con un tipo che è stato capace di abbandonare la sicilia 12 anni fa e per altrettanti anni vagare per l’Europa, tra Finlandia e Svizzera, tra sculture e dipinti, guadagnando da cameriere e da falegname, vivendo alla giornata e incontrando, poi, noi, a Migonos.
E se sono capaci, dopo 775 euro, di rifilarci una guida che ne sa di Atene quanto Daniele Interrante di sintassi latina o il cardinal Ruini di posizioni del Kamasutra o Borghezio di cosmopolitismo, allora è davvero possibile che la mamma del coglione sia sempre incinta.
E scusate se mi permetto, ma c’è più da vedere a Filicudi che a Olimpia, cazzo.
E se a Dubrovnik la gente si chiedeva dove si trovasse “square porca mado*na” non riuscendosi a dare una risposta.
E se non dovesse bastare una corsa trasversale gridando in Piazza San Marco, allora possiamo anche rubarci le sedie di un bar, sistemarle in mezzo alla suddetta Piazza, ed aspettare che il proprietario del bar venga a reclamare le proprie proprietà, scoprendo, ahimè, di aver a che fare con degli autentici stranieri: “schiusli? urtuwurts laibniz fortmental garducics jesus lofenbung uvofaritu?”. Figo far finta di non essere italiani.
E se dovesse abbassarsi clamorosamente il PIL greco, e si scoprisse che ciò ha un attinenza con l’impensabile calo della vendita dei souvenir, ma noi i souvenir ce li abbiamo lo stesso.
E se le lenzuala di Bonanno, giuri, non le hai strappate tu.
E dell’i-pod poi, proprio, non ne sai nulla.
E se quello con i capelli come i tuoi, e la carnagione come la tua, e la statura identica alla tua, e la maglietta molto simile alla tua, si quello la intercettato alle 04.00 di sta notte nei corridoi della nave dalle telecamere della sorveglianza, quello no no, quello non sei tu, no.
E se riuscisse a fare più facce sceme lui in un quarto d’ora che Jim Carrey nella sua intera filmografia.
E se ce l’hai avuta, almeno per un attimo, la voglia, a quella che poteva essere la settecentoquarantatreesima foto, di prendergliela quella dannata fotocamera, e di lanciargliela per terra, ma così, solo per vedere che faccia fa. Che, Dio degli eserciti, fotografa anche le nuvole, le nuvole! Ce l’abbiamo anche a Femmina Morta, le nuvole, voglio dire.
Ah! E se non dovesse bastare la prima, c’è sempre la seconda e poi la terza; e se non dovessero bastare neanche tutte e 3, le venezuelane si intende, ci son sempre le francesi o le inglesi o le napoletane; al massimo c’è anche barcellona, voglio dire. Poi, buttandola giu lì, ci sarebbero anche i vampiri, eh.
E se alla fine non dovesse bastare la musica in discoteca, la notte, ogni notte, c’è sempre la chitarra nella stanza, anzi nel balconcino; la chitarra:
la chitarra, mentre geraci urla e biancheggia sotto la doccia
, mentre finisce la vodka per i corridoi
, mentre cantiamo il bianconiglio nella stanza
, mentre scriviamo nuove canzoni, “sincero”
, mentre esco per strada e cerco il mio cappello e girero il mondo per trovarne un altro più bello. (che idea la chitarra).
Se non riuscissi a trattenere le risate, mentre in ascensore spaventa le persone gridando, candidamente, nelle loro orecchie, frasi a caso;
e se svegliasse quel ragazzo che dorme sul divanetto nella Hall gridando, ma la mamma di quel ragazzo si trovava casualmente proprio lì vicino e incominciasse ad insultarlo: bha, vabbè, tanto in inglese non capisce;
e se non riuscissi a stargli dietro quando incomincia a correre nei corridoi mentre da calci a tutte le porte;
e, mettiamo caso, non dovessero bastargli QUELLE di porte tanto da decidere di dover torturare anche e soprattutto il vicino di stanza, calciando la sua porta ad intervalli di 30 minuti, per sette giorni;
e se non dovesse bastare la sacra pazienza del suddetto vicino di stanza tanto che quest’ultimo, all’ennesimo calcione, si catapulti giu dal suo letto e, per la legge del taglione, prenda a calci la nostra di porta;
e se non avessi abbastanza coraggio da aprire la porta per chiedere, quanto meno, “chi è?”, ed il vicino di stanza furibondo, allora, decidesse di rivolgersi al primo filippino disponibile per farsi aprire la porta della suddetta stanza con il pass partu in modo da gaurdarti dritto negli occhi mentre sproloquia insulti francesi misti a saliva transalpina;
se non ci riuscissi a resistere, allora, non potresti essere il compagno di stanza di Geraci. Non per 7 giorni, almeno.
Tuttavia, se avete l’impressione che la metà di ciò che ho scritto sia qualcosa di incomprensibile, se non addirittura di insensato, è perchè probabilmente su quella nave, voi, non c’eravate.
Se, invece, negli ultimi 120 secondi avete riso e pensato e state sperando che questo post continui, almeno per un altro po’, è perchè, probabilmente voi, voi, su quella nave, c’eravate. E se adesso rileggerete un altra volta quanto scritto, magari, su quella nave, almeno per qualche istante, ci sarete di nuovo: con tanto di MusicaSodaChitarra e tutto quanto. Sincero.
vabbè, che vuol dire.
Ah, se non dovessero bastare le parole, trovi sempre anche la musica – cmq -Appoggio.